mercoledì 3 giugno 2020

Bologna - Torino 0-3

dal Guerin Sportivo n.42 del 1976

Ho visto un grande Torino battere il Bologna 3-0. La squadra ha progredito moltissimo e adesso gioca fuori casa quasi al livello che riesce a raggiungere al Comunale davanti al suo rabbioso pubblico. Il Torino oltre ad avere grandi qualità collettive e individuali e tecnico-tattiche, vuol vincere a tutti i costi; tutti i giocatori lottano. Né sull'uno a zero, né sul due a zero, ho visto i Granata ripiegarsi sulla difensiva; si è così arrivati al terzo e poteva andare anche peggio al Bologna. Quando il Torino è attaccato, si nota un rapido raggruppamento difensivo che comprende anche 9 giocatori, dopo però, appena il pericolo è finito, la roccaforte si apre a raggiera lasciando partire giocatori in tutte le direzioni, ma sempre verso l'attacco. Il modo di giocare del Torino si articola in quattro capisaldi:
rimane in possesso dell'iniziativa del pallone quasi costantemente
impegna l'avversario, lo suggestiona così da farlo restare incerto sia fisicamente che moralmente
se attaccato difende in nove, non lascia spazio alle infiltrazioni degli avversari
pensano all'offensiva tutti sia smarcandosi in profondità, sia giocando in profondità, sia lanciando le due punte Graziani e Pulici, sia correndo loro in aiuto per evitare di isolarli troppo.



Su questo spirito di gioco ho visto una difesa solida che marcava spietatamente a uomo con Danova su Grop, Mozzini su Clerici e Salvadori su Pozzato. Dietro il libero Caporale e il portiere Castellini che irradia fiducia alla squadra con la sua pacata sicurezza. Il centrocampo filtra a meraviglia e costruisce una gran mole di lavoro con Zaccarelli, Patrizio Sala, Pecci e Butti in campo al posto di Claudio Sala; tutti seguono il concetto moderno secondo il quale "è regista chi ha il pallone", il tutto è coronato da Pulici e Graziani in punta. La tattica assomiglia graficamente a due triangoli isosceli in parte sovrapposti cioè, con i vertici acuti verso la loro porta. Il triangolo più indietro ha Pecci al vertice, a sinistra Zaccarelli e a destra Patrizio Sala; il triangolo più avanzato è formato da Butti al vertice arretrato (dove abitualmente c'è Claudio Sala), Pulici a sinistra e Graziani a destra.
Pulici non è in gran forma, ma Graziani l'ho trovato in forma smagliante. L'ho visto a livello mondiale ed ha segnato due gol con una classe, una calma e una vista eccezionali. Di testa per il primo e con il piede per il secondo tutte e due le volte ha guardato bene dove era meglio tirare e dove si era piazzato il portiere; non ha tirato verso la porta a casaccio come fanno il 9 su 10 dei giocatori.

Sul terzo gol ha aspettato un attimo, mentre era col pallone al piede, affinché la difesa bolognese gli andasse tutta incontro poi ha servito Garritano che era rimasto solo. Pulici è stato giustamente sostituito nella metà del secondo tempo da Garritano che è tutt'altro che un rincalzo, anzi è una bella realtà; appena entrato si è trovato a tu per tu con Mancini e ha salvato Roversi alla disperata, poco dopo ha segnato con un tiro impeccabile.
Sarà difficile strappare lo scudetto dal petto del Torino, perché lo vedo cucito a filo doppio. Il Bologna ha sofferto molto per prima cosa per la superiorità quasi assoluta del Torino su tutte le linee, in secondo luogo per l'assenza di Bellugi, terzo a causa dell' inferiorità del centrocampo che marcava a uomo Rampanti su Pecci, Nanni su Sala, Pozzato su Salvadori e Maselli su Zaccarelli. A parte questo i centrocampisti Rossoblu hanno pensato esclusivamente alle loro responsabilità difensive individuale invece i torinesi hanno pensato fin dal primo momento in chiave offensiva.
L'assenza di Bellugi ha giocato un brutto scherzo al Bologna. Giagnoni invece di sostituirlo con un uomo simile (come il Torino ha fatto con Butti per Claudio Sala) ha scombussolato tutta la squadra, cambiando di posto ed i compiti ad almeno quattro uomini. Ciò ha diminuito e reso incerto il loro rendimento. Come se ciò non bastasse proprio in questa difficile occasione è stato buttato in pasto alle fiere il debuttante Pozzato che non si è quasi mai visto se non quando ha sbagliato un gol nel secondo tempo con un tiro al lato. Si sono fatte sentire le assenze di Massimelli a centrocampo e Chiodi all'attacco. In effetti il bravo Clerici si è battuto come un leone, ma era troppo solo, si spostava a destra a sinistra per sfuggire a troppe marcature, ma quando crossava non c'era nessuno a raccogliere il suo lavoro.

Una squadra è certamente un collettivo ma cambiate Grop con Graziani e quale sarebbe stato il risultato dell'incontro? Come si vede nel calcio i valori individuali contano ancora; Grop è rimasto acerbo: sa giocare, è veloce, ha la dote del cambio di ritmo nella corsa, ma è stato schiacciato sia nel gioco di testa che sul fisico perché Danova è più possente.
Grop non ha il tiro preciso e potente di Graziani, altrimenti avrebbe potuto segnare al quarantacinquesimo dando un altro morale e una svolta alla squadra. Deve ancora disciplinare il suo gioco, alquanto confusionario. Non deve sfarfallare, gli spostamenti al centro e a destra deve farli solo a ragion veduta. Altrimenti finisce che è lui che ci rimette perché non trova più spazio per lanciarsi. Il Bologna non deve prendersela troppo; non sempre troverà di fronte a se una squadra come il Torino in stato di grazia.







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