Gullit contrastato da Magrin |
Le vie della Signora sono finite? Il Napoli capolista dilegua all'orizzonte, nove punti più avanti; e non si è ancora chiuso il girone d'andata. Marchesi si consegna all'ennesima contestazione. Nella circostanza credo che pochissima, forse nulla, abbia sbagliato. Mancando di Brio, il solo in grado di contrastare le svettanti arrampicate aeree di ascensore Gullit, si è affidato a un complicato meccanismo di trincee mobili, disseminando di ostacoli e di trappole le zone di tradizionale monopolio rossonero. Il Milan, che aveva disintegrato un Napoli floscio e presuntuoso, si è così visto costretto a pattinare in folle, al momento di finalizzare la manovra. Ha macinato iniziativa continua, ma la prima genuina parla goal è capitata sul piede balordo di Ian Rush, cannoniere in disarmo e prima ancora Laudrup era stato fermato al momento di sbizzarrirsi solitario a rete dalla frettolosa bandiera di un guardialinee distratto. Marchesi deve essere messo alla gogna anche quando il suo celebre bomber gallese fallisce due palle gol da infilare a occhi bendati? Certo è più dolce la vita per Sacchi che, nel momento del pericolo, sente la scorrevole mano di Ruud Gullit sollevarlo di peso e trascinarlo al traguardo. Ma queste sono parole, in fondo. La classifica parla un linguaggio che è inutile addolcire. La Juve scivola dietro anche alla deludente Inter di questa stagione. Non riesce a vincere e mostra solo orgogliose reazioni da belva ferita quando il punteggio la condanna. Per quest'anno le vie della Signora sono proprio finite: fuori dall'UEFA, fuori dal campionato. Quando Agnelli ha dichiarato che la grande Juve si rivedrà solo nel Novanta, molti bianconeri hanno reagito piccati. Bè, io sto con Agnelli.
Galli respinge un tiro di Rush |
Il personaggio più straordinario di tutti è probabilmente Ruud Gullit, che ho visto espugnare Torino mantenendo il suo Milan in scia al Napoli. Nella mattinata domenicale, illuminata da un Limpido sole, una lunga carovana rossonera muoveva verso Torino, trascinata dalla Fede in questo singolare profeta dalle lunghe trecce nere. E poi dagli spalti scendevano osanna e invocazioni. Lui, Gullit, talento e carisma, magnifico stregone del goal, gravitava addosso alla Juventus con un impeto insostenibile per l'onesto Favero. Una pezza prodigiosa la metteva Tacconi, con intero sfruttamento della sua apertura alare. Sulla replica, il colpo di testa di Gullit era una frustata cui non si poteva porre rimedio. Il Milan non mi convince ancora a pieno, concede troppo all'avversario, con quella sua fiducia cieca in una tattica (il fuorigioco esasperato) che a volte si ritorce come un boomerang. E davanti concretizza non in proporzione all'enorme mole di manovra sviluppata. Ma fin quando Gullit sarà ispirato come gli accade in questo inizio di Ottantotto, allora tutte le perplessità sono destinate a sciogliersi.
Adalberto Bortolotti
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